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32 meditazione seconda.

tiamoci a dirlo, per timore d’aver mal compendiate le sublimi parole della narrazione divina), certo restano difficoltà nell’interpretazione di esse, e così anche in questa cosmogonia; ma non possono non restare anche in una esposizione fatta da un’Intelligenza infinita, ma ad uso d’una finita. Ad ogni modo, tra questa e tutte le altre cosmogonie non riman possibile niun dubbio. Questa non ispiega tutto, ma l’altre non ispiegano nulla; questa ci soddisfa in parte, ma l’altre non soddisfano a nulla; o per dir meglio, questa soddisfa a tutte ciò che è necessario sapersi da noi, le altre contraddicono a tutte le facoltà, a tutte le condizioni della nostra intelligenza, ed oscurano principalmente ciò che ci è più necessario. In breve, l’esame intimo di ciascuna delle cosmogonie implica falsità di tutte l’altre, verità della sola Mosaica; e quando per far la storia della creazione non avessimo se non le cosmogonie, la comparazione di esse basterebbe a farci accettar la Mosaica, e rigettar tutte l’altre. E poichè parecchi popoli antichi, come gli Egizii e i Greci e i Romani ebbero tra le molte pur cognizione di questa cosmogonia Mosaica, e tuttavia non seppero fare tal paragone e tale scelta, ei bisogna dire che sia più irragionevole che non si crede la ragione umana quand’è pervertita, ed anche quando si sforza da sè a rialzarsi dalla perversione.1

VII. Ma ora, se dopo comparale le narrazioni noi compariamo le interpretazioni de’ monumenti fatte nelle diverse età dalle due scienze dell’Astronomia e della Geologia, noi troveremo povere pure e deficienti queste interpretazioni

  1. I libri mosaici probabilissimamente, e le tradizioni ebraiche certamente furono portate in Egitto da’ numerosi Ebrei che vi migrarono contemporaneamente alla cattività di Babilonia, e così prima dei viaggi che fecero colà parecchi filosofi greci, e fra gli altri Platone. Quindi può far meraviglia che questi sopra tutti non ve le sapesse trovare, e valersene poi, a purificazione, ovvero a conferma del Teismo già puro di Socrate. Ma voleva egli tal purità? o non anzi quasi un compromesso tra quel Teismo e la religione stabilita? non più che un razionalismo di questa? — Ad ogni modo, la Bibbia intiera fu, come si sa, nota in Egitto al tempo de’ Lagidi, e da essi fatta tradurre in greco, e quindi nota in Grecia ed in Roma; ed Alessandro Macedone e parecchi de’ successori, e molti capitani e imperadori romani fino a Tito furono a Gerusalemme; ed intimo d’Augusto fu Agrippa principe degli Ebrei. Eppure tuttociò non bastò a far accettare la prima e più importante pagina della Bibbia, la cosmogonia mosaica!