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del vittorioso Arimondi, vide nei nuovi orizzonti creati dalla vittoria di Agordat l’opportunità di un’impresa militare su Kassala, e si diede a vagheggiarla ed a studiarla, sebbene in seguito al protocollo 15 aprile 1891, l’Italia non potesse aspirare ad una occupazione definitiva di detta città.
Non tardò molto che egli ne fece proposta al Governo e la giustificò come una necessità politica e militare imposta dalle continue minaccie e dai preparativi ostili del Kalifa, dal moltiplicarsi delle razzìe nemiche che infestavano le tribù occidentali della Colonia, nonchè dalle voci inquietanti provenienti dall’Abissinia che esigevano si risolvesse immediatamente e definitivamente ogni quistione col Sudan per aver le mani libere poi.
Il Governo si lasciò persuadere e diede la sua autorizzazione.
In seguito a ciò il 12 luglio 1894 Baratieri faceva radunare con tutta celerità e segretezza un corpo d’operazioni ad Agordat ed egli stesso ne assumeva il comando per muover di sorpresa su Kassala.
Era composto di 56 ufficiali e 45 militari di truppa italiana, 16 jus basci (sottotenenti indigeni) e 2510 ascari, con circa 600 quadrupedi, e ne faceva pur parte come comandante in 2.° il generale Arimondi.
Il corpo d’operazione il 16 luglio arrivava alla gola di Sabderat, donde riprendendo a tarda sera la marcia, giungeva davanti a Kassala all’alba dell’indomani.
Quivi presidiavano 2600 dervisci accampati
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