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viato la massima parte dei Tigrini, che erano al di lui soldo, nello Scioa, a ras Mangascià, per la difesa del gruppo di Antalo, donde avrebbe dovuto penetrare l’invasione nello antico regno del Tigrè.

Ma l’operazione nostra contro Antalo, cacciò ras Mangascià dalla sua forte posizione e da tutto il regno del Tigrè, tolse all’esercito d’invasione la sua avanguardia, scombussolò il piano di attacco e portò le nostre difese tre giornate più a sud di Adigrat e la nostra linea di osservazione fino all’estremo confine meridionale del vecchio Tigrè, offrendoci il modo di dare la mano ai nostri alleati nel Taltal. E frattanto ras Olié si guardava bene dal portare soccorso a Mangascià, anzi, sotto pretesto di correre a liberare la moglie, si allontanava dal lago di Ascianghi; Guangul inviava ogni giorno promesse e non soldati, e ras Mikael, sicuro di aver tempo a ritirarsi, lasciava il suo chitet mietesse nei campi da altri seminati.

Ho già scritto e Vostra Eccellenza come sarebbe stato, non temerità ma follia, proseguire fino in fondo un’azione che aveva già pienamente raggiunto il suo obbiettivo, con forze e con trasporti insufficienti, con viveri problematici, contro nemico il quale si sarebbe ritirato, lasciando il deserto, in posizioni molto arretrate e molto forti, mentre il nostro fianco destro sarebbe stato esposto a qualsiasi attacco. Mai lo Scioa è stato pronto alla guerra come il mese passato, e come lo è al presente, e la nostra avanzata intempestiva avrebbe potuto crescergli, anzichè scemargli le forze.

È assai difficile, per non dire impossibile, anche col diligente, controllato, quotidiano, triplo o quadruplo servizio d’informazioni, avere cifre, sia pure approssimativamente, conformi al vero circa le forze scioane ed amhara. Esse aumentano e scemano nelle diverse località, non solo secondo i movimenti, soventi volte incoerenti ed improvvisi, ma secondo il bisogno di raccogliere viveri, secondo le licenze che si sogliono largamente concedere ai soldati, secondo quelle che spesso e volentieri questi si pigliano, massime quando, come nel caso presente, la voglia di combattere non sia grande. Generalmente il contadino obbedisce al chitet del signore feudale e del Negus e, tratto fuori il suo fucile, corre al campo. Ma se si va per le lunghe, egli abbandona il campo, specie quando biondeggiano le messi, e si teme per gli armenti e per la famiglia.

Non possono tornare in famiglia i soldati condotti da lontani paesi, come dall’Harrar e dallo Scioa meridionale,