Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/68

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Il male era che la cucina in quel quartierino ristretto si trovava a due passi dalla sala. E in corte, nello scuderie vuote, profanate, la sega andava in su o in giù stridendo allegramente.

Giuliano contemplò a lungo la pietra del suo anello, un occhio di gatto cinto da nitidissimi brillantini.

La Duchessa pareva contare i punti del suo lavoro in lana, ma il cuore, presago, le batteva, e le sue labbra fino sussurravano qualche cosa all'indirizzo di Nossgnôr!

Giuliano accese la sigaretta e disse placidamente:

— Dov'è?...

La Duchessa attonita alzò gli occhi. — Cosa? — E poi, siccome un animo l'avvertiva, soggiunse sorridendo: — Chi?

— Chi? (che orrore di sigaretta!) Dico; questa sposina, quando capita?

La Duchessa sentì un gran rimescolìo. Ma frenò la sua gioia. Sapeva che Giuliano non amava nè