Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/93

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di Mia. In quel caso, Mia si ribellava. Nulla poteva vincere quella ribellione, non cure, non richiami, non castighi violenti nè scudisciate crudeli. Mia aveva paura dello sparo di un'arme da fuoco.

Una paura insana, delirante, che determinava in lei come l'accesso d'un pazzo orgasmo. Appena udito lo sparo essa partiva a gran carriera, colle nari al vento, con un acuto nitrito di dolore. E per non esser balzati di sella o dal legnetto leggero a cui Drollino soleva talvolta attaccare la sua cavalla, bisognava proprio esser lui, coi suoi garretti ed i suoi polsi d'acciaio. Drollino aveva fatto il fattibile per guarire la povera bestia da quella suscettibilità nervosa dell'udito; ma non era venuto a capo di nulla e Mia in quei momenti, diventava anche per lui una cavalla pericolosa.

Nella tenuta si sapeva di quest'unico difetto di Mia; ma nessuno ardiva tenerne parola a Drollino, da poi che un mozzo malaccorto, per