Pagina:Memorie dei Conti di Thunn 1839.djvu/58

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poi arcivescovo di Salisburgo, dove il suo nome è tuttora benedetto per le utili fabbriche e per gl’istituti di cui egli era saggio e generoso fondatore. Ei ricordossi anche della patria dei suoi, cioè del Trentino, facendo ristaurare e abbellire in Bolgiano la cappella del benefizio Thunn, e donando, l’anno 1704, al Santuario di San Romedio nella Naunia un capitale di tre mila fiorini. Tra molti nobili atti di Ernesto, mi piace di rammemorare il seguente: Nel 1703 trattò qual ospite Eugenio di Savoia, che veniva in Italia a comandar gl’Imperiali. Alla sua partenza il pregò di accettare qualche dono, ma ricusando Eugenio ogni sorta di presenti, Ernesto gli regalò una borsa con entro quattromila zecchini per farne largizione a’ suoi soldati, la quale il Duce a questo patto accettò. Con questi soldati così incoraggiti, Eugenio, siccome dicono le istorie, per difficili vie, passando per Val Fredda, venne improvviso nelle vicinanze di Trento, e battè e discacciò i Francesi.

Un altro figliuolo di Giansigismondo, Venceslao Gioseffo, meritò di essere eletto vescovo principe di Gurg, e poi di Passavia. Quivi aumentò esso l’argenteria che serve ad uso dei Vescovi, e donò ai cittadini grandi somme per ristorare i danni cagionati da un incendio.

Francesco Sigismondo, fratello de’ tre nomi-