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348 | MEM. STOR. CIV. ED ECCL. |
nota col nome di Portocannone, e da quel, che si ha da una certa Cronaca d’Isernia, dove si parla di Cliternia, che per altro in gran parte la stimiamo apocrifa, come nel cap.4.§.unico. si vuole chiamarsi Portacandora. Nel Registro de’ Baroni del Regno sotto Guglielmo II. detto il Buono, dato alle stampe da Carlo Borello nella Rubrica de’ Feudatarj in Capitanata pag. 150. si dice: Portacandunum, come appresso.
2. Questo fu luogo della distrutta Cliternia, della quale si è parlato nel lib.1. cap.4. e nel detto §.unic. del seguente cap.4. si fa parola della sua distruzione. Fu abitato, da’ Latini, poi soggetto anche egli alle vicende degli altri luoghi convicini, come di tremuoti, peste, guerre, e quella specialmente, che fu tra Federico II Imperadore, e Re delle due Sicilie, e Veneziani nell’anno 1240. di cui ci riserviamo parlare più di proposito nel seguente cap.4.n.3. tratto tratto mancarono gli Abitatori, e andiamo conghietturando, che totalmente restò disabitato in occasione del tremuoto, che fu nell’anno 1456. del quale si fa menzione in questo lib.4.cap.1. quando anche Ururi restò disabitato, e così si mantenne fino a tanto, che vi furono ricevuti gli Albanesi, ed Epiroti, che fu nel tempo medesimo, che furono ricevuti in Ururi, come si è detto in parlarsi di questo luogo, e attualmente si abita da essi.
3. La Terra è cinta di buone muraglie, bastevoli per assicurarla dalle correrìe de’ Turchi in quelle marine dell’Adriatico, che sono pur troppo frequenti. Ella è picciola, e le case sono comode, ma non troppo ben fatte. Non vi era Palazzo Baronale, e il Signor D. Carlo Cino da Goglionesi nuovo Barone, come appresso, fin dall’anno 1735. fè buttare i fondamenti per farvelo, propriamente in piazza avanti la porta della Terra. Il suo Territorio, quantunque non molto si distenda, tanto però è bastevole al numero degli Abitatori, quale è fertile, il frumento, di che abbonda, come di vaccine, è ottimo, e gli Abitatori colle loro industrie vivono comodamente non giungendo, che al numero di circa cinquecento anime.
4. Nella numerazione, che riporta il Mazzella dell’anno 1601. non si legge Portocannone, perchè, come attesta lo stesso Mazzella, in que’ tempi gli Albanesi, e Illirici non andavano colla numerazione generale de’ Popoli del Regno, siccome poi fu fatto; tanto che in quella del 1669. stampata dal de Bonis nel 1671. sta scritto Portocannone antico fuochi venti, e il nuovo trentotto.
5. Fu Terra Baronale della Famiglia Brittola prima di entrarvi gli Albanesi ed Epiroti, come si legge presso il Borello detta pag. 156. Filii D. Berardi de Brittolo tenent Portocandunum, quod est Feundum unius militis, e non sappiamo, come poi passasse collo Stato di Celenza nella Casa Caraccioli, conforme si nota nella situazione del 1669. trai Baroni Feudatarj di Capitanata: Ill. D. Giovanni Caracciolo Duca di Celenza. per li Casali Mongilfuni abitato, Jerramano inabitato, Partocannone abitato, e "Pitacchiato inabitato. Passò poi nella Casa d’Àvalos de’ Principi di Troja per cagione del matrimonio della Signora D. Cosima Caracciolo, figlia, ed erede di D. Giovanni Caracciolo, ultimo di questa Cafa de’ Duchi di Celenza col Sig. D. Andrea d’Àvalos Fratello del Principe di Troja D. Nicola d’Àvalos già defonto, e da alcuni anni si possiede con titolo di compra dal Sig. D.Carlo Cini di Goglionesi, come sopra.