Pagina:Memorie storiche del Santuario di Castelleone.djvu/56

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e con doni ci rivolgiamo, ch’Ella mai non abbandona chi a Lei con viva fiducia ricorre“. Queste parole del buon Vecchio cavarono le lacrime a tutti quelli del Consiglio; e d’unanime consenso prostrati a terra, invocarono il Nome di Maria, e fecero voto di contribuire una somma ragguardevole di danaro per la Fabbrica della sua Chiesa, se fossero stati sottratti a tanto pericolo. Senz’altro indugio, mandarono a chieder grazia da Renzo Orsino, D. Matteo da Ponte. All’ambasciata del Sacerdote, subito si ammansò il feroce Capitano; e mediante la sola contribuzione di cento carra di biada e di vino per l’esercito, levò l’assedio.

Riconobbero in ciò i Castelleonesi il favore della lor Protettrice, e sborsarono la somma promessa in voto; per cui, a fronte della calamità di que’ tempi, si proseguì il lavoro al Santuario; e col soccorso delle ricche obblazioni dei divoti, dopo tre anni fu compiuto il Tempio, cioè nel 1516; tranne la cupola, fatta fabbricare nel 1525, con altre elemosine, dai