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102 memorie storiche della città

zione e rivolta. Poichè minacciavano di voler venire in Trento, e darvi il sacco, convenne chiuder le porte della città, e munire le mura di soldatesche, mentre il Principe Vescovo Bernardo stimò prudente consiglio quello di ritirarsi nella Rocca di Riva. Ciò che accresceva il pericolo della città, era l’intelligenza, che gl’insorgenti avevano con una gran parte della plebe entro le mura, la quale aveva già posto a sacco il così detto granajo del Capitolo. Tentarono i sollevati al di fuori più volte di dare la scalata alle mura, ma furono vigorosamente respinti coll’artiglieria, e vani furono tutti i loro sforzi per entrarvi. Si dispersero essi poscia veggendo deluse le loro speranze, e ritornarono alle lor case. Cessato il pericolo Bernardo ritornò in Trento, e dopo che ebbe ordinate tutte le più vigorose misure atte a reprimere ogni ulterior sedizione, e dopo che furono presi e posti in carcere i capi dei sollevati, e condannati a varie gravi pene, ed alcuni pure alla pena di morte ebbe fine questa guerra, e tutto ritornò nel primiero ordine.

Pervenuta la fama in Venezia dell’insurrezione popolare del Trentino, il Senato temendo, che un tal male non penetrasse pure nelle terre del suo dominio confinanti da ogni parte colle terre trentine, offrì spontaneamente al Principe Vescovo Bernardo ogni più valido soccorso, onde estinguere prontamente quell’incendio, ed impedire che non dilatasse