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Natività di G. C, di S. Luigi, di S. Stefano, di S. Giovanni Battista, di S. Giacomo, e di S. Nicola, chi più chi meno in buon stato, ma quasi tutti sprovvisti di croce, di candellieri, e la chiesa sprovvista di confessionali.

Trovò il convento privo di cinta per la clausura, e libero l’accesso alle persone di sesso diverso, e decretò che si circondasse di convenienti mura il giardino ed il sito circostante, e si stabilisse la clausura a norma delle Pontificie prescrizioni.

Questo convento ricorda un avvenimento strano e disgustoso narrato dal Gioffredo e dal Guichenon, qual si è il seguente.

Verso il fine dell’anno 1647 fu in esso arrestato D. Giovanni Gandolfo dell’ordine dei Fogliensi (riformati di san Bernardo) che essendo stato scoperto autore di certo almanacco1 nel quale si predicevano cose infauste sopra la persona di S. A. R. (che fu poi Carlo Emanuele II) e dei suoi ministri, si era egli da Torino ricoverato alle Carcare dove aveva qualche parente, sperando di trafugarsi a Savona, e nello stato del genovesato. Ma negatogli il passaporto dagli spagnuoli che colà comandavano, erasi ricoverato in questo convento dove fu fatto prigione come si disse. Si fece condurre a Torino, per potersi ivi col debito modo ed ordine istruire il processo. Nel veder venire dalle finestre della prigione quelli che erano stati comandati per fargli scorta, aprendosi col ferro una vena tentò di accelerarsi la morte, il che non gli riuscì per la vigilanza dei suoi custodi.

«Instruttogli il processo (dice il Gioffredo) avanti un commissario pontificio si lasciò intendere aver egli saputo

  1. Due almanacchi stampati in Mondovì per l’anno 1648 da Rosso e Gislandi, uno piccolo intitolato: Almanacco astrologico; e l’altro grande intitolato: Accademia planetaria. Quest’ultimo conteneva la predizione della morte di Madama Reale. Non si trovano nella Tipografia del Grassi, ma sono citati dal Cibrario nella Storia di Torino. (A. B.)