Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/262

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attacco per parte della medesima al Piemonte, dalla parte di Ceva e Mondovì.

Il Governatore spedì tosto al Ministro della Guerra l’aiutante di campo suo figlio. Il Ministro lo confortò a presentarsi egli stesso dal Re. La relazione dettagliata della persona dei generali francesi e dei loro progetti d’attacco, fece stare per un momento S. M. sovra pensiero. Fece il Re passare a rassegna i mezzi di difesa che gli rimanevano, e specialmente il forte nerbo di truppe tedesche, che dal Tirolo scendevano in Italia, e rimandò a Ceva il Conte di Tornafort figlio con lettere dirette a suo padre.

Questi si diede a provvedere con tutta sollecitudine alla più valida difesa del forte. Il capitano Barilis comandante dell’artiglieria, avendo osservato la mancanza di molti oggetti di rilievo, fra quali di due cannoni, di un obice, di affusti, e di ruote di ricambio, ne fece tosto relazione al Governatore, il quale si diresse al conte Saluzzo comandante l’artiglieria, e fu con tutta premura provvisto il necessario.

Nei primi giorni d’aprile s’udì dal forte un vivo cannoneggiare verso Montezemolo. Spedì il governatore il suo figlio ad esplorare l’andamento delle cose. Presentossi dal general Colli che aveva il suo quartier generale su d’una prominenza che costeggia la strada di Savona. Trovò questo generale di mal umore. Si lagnò con istile tronco e turbato che si trovava da varie parti esposto all’attacco del nemico, che il generale in capo Beaulieu gli aveva tolti due reggimenti che facevano parte della sua armata, e che caddero prigionieri di guerra, e gli chiese nuove delle mosse del nemico, e specialmente se si fosse già impadronito di S. Michele.»

Da quanto vide e sentì il giovane esploratore ebbe campo a convincersi che tra il generale Beaulieu comandante l’armata austriaca ed il generale barone Colli comandante l’armata sarda, o per gelosia di comando, o per altri motivi