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CAPO LVIII.


Imposizioni e saccheggi.


Quel giorno istesso in cui con tanto tripudio si festeggiò l’albero della libertà, sull’imbrunir della sera giunse un dragone da Cherasco portatore d’ordini pressanti pel pagamento nel termine di pochi giorni d’una contribuzione di lire 37m. da ripartirsi sui nobili e sui possidenti del territorio di Ceva.

A quest’inaspettata intimazione partì per Cherasco delegato della civica amministrazione l’attuaro Sito ed il segretario del municipio li 19 maggio 1796.

Rassegnarono per mezzo del commissario di guerra Deschamps la seguente supplica a Bonaparte e Salicetti.

«Cittadino comandante generale l'armata.

Cittadino commissario del Governo.

La città di Ceva reclama a voi cittadini sulla gravezza del contributo impostole.

Presenta perciò a voi accompagnati dalla verità e dalla giustizia i suoi richiami.

Voi avete tassato il comune di Ceva di lire trentasette mila. Voi commissario del Governo avete assicurato vocalmente i deputati di questo comune che la provvista fatta sulle requisizioni all’armata repubblicana avrebbero formato diffalco sul contributo.

Due oggetti perciò si presentano alla considerazione vostra.