Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/111

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doveva almeno essere stato legittimato. Se abbia vinta la causa, l’ignoro. È certo che messer Francesco Melzi, dando ai fratelli suoi nuova della morte di Lionardo, scrive loro aver questi lasciato in Fiesole un podere, che vuol tra loro diviso. Vero è che di questo podere non si fa menzione nel testamento; ma in esso Lionardo dispone »di quattrocento scudi del sole che avea messi in deposito in mano del camerlingo di santa Maria nuova in favore de’ suoi fratelli carnali«; e ben potrebbe questa somma essere una porzione datagli dell’eredità per cui era colà andato; alla qual congettura accresce probabilità il vedere che questa sola somma (è forse il fondo di Fiesole) lasciò divisibile tra i fratelli, che se la diviser di fatti nel 15201, mentre degli altri beni e denari per gli amici e domestici suoi dispose. Darò appiè di pagina le lettere (non però colla sua ortografia) da lui scritte al luogotenente, al presiden-

  1. Trovo fra le carte del nostro Oltrocchi, il quale non notò dond’abbia tratta la notizia, che nel libro dello spedale di s. Maria nuova di Firenze leggesi registrato il debito, e ’l pagamento fattone a ser Giuliano fratello carnale di Lionardo in nome anche degli altri fratelli, tutti figliuoli di ser Piero, parte nel luglio, e parte nel dicembre dell’anno 1520. Il credito di Lionardo, di 300 e non di 400 scudi, vi è registrato nel 1514; ma può ben essere o che la lite allor solo siasi decisa o composta, o solo dopo tre anni i fratelli abbiano potuto dargli la convenuta somma.