Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/117

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106 MEMORIE STORICHE

questo nè altro scrittore ci parla d’altra più pregevol tavola colà dipinta probabilmente pel Pontefice medesimo. Stava questa un tempo nel palazzo de’ duchi di Mantova: credesi rubata nel saccheggio dato a quella città dagli imperiali; celata fu e ignorata per molti anni, e acquistata nel 1775 dall’ab. Salvadori segretario di governo, che fecela bensì vedere ed esaminare ad alcuni intelligenti amici, e fra questi al De Pagave da’ cui scritti traggo questa notizia; ma un segreto faceane principalmente al ministro conte di Firmian per tema che gliela chiedesse ad arricchirne la propria gallerìa. Alla morte dell’ab. Salvadori, gli eredi suoi portaronsela a Moris loro patria sul Trentino, e credesi che abbianla venduta per considerevol prezzo alla imp. corte di Russia. Rappresenta questa tavola in legno la Sacra Famiglia, cioè la Beata Vergine, il Bambino, san Giuseppe e san Giovanni, e dietro a queste figure v’è il ritratto di giovin donna in piedi di nobile aspetto, e di singolare avvenenza. Il lodato De Pagave tre cose vi notò degne di speciale considerazione. La prima è che quantunque vi si veda la maniera lionardesca, pure quel lavoro supera tutte le altre opere sue in bellezza, scorgendovisi ad evidenza c’egli s’è studiato d’imitare, ed ha veramente emulato Raffaello, che già in grandissimo credito era alla romana corte1. L’altra


  1. Osserva il ch. Lanzi che Lionardo vicinissimo