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DI LIONARDO DA VINCI. 109

riconquista del Milanese, la quale pur gli riuscì in conseguenza della vittoria riportata alla battaglia di Meregnano. A questo tempo riferir deggiamo la figura del lione formato in Pavia da Lionardo con mirabile artifizio per cui da sua posta videsi camminare in una sala, e fermarsi dinanzi al re, aprendogli il petto tutto ripieno di gigli, come narra il Lomazzo1: e ove ciò sia, dobbiamo pur argomentarne che il Vinci, appena udita la riconquista della Lombardia fatta da’ Francesi, sia quì tornato, e ben accolto sia stato da Francesco I, che del suo merito esser dovea già ben prevenuto: per la qual cosa seco a Bologna il condusse, quando il pontefice per dare la pace all’Italia e alla Chiesa, propose un colloquio col re in quella città, ove agli otto di dicembre si firmò il celebre concordato fra la Francia e Roma. Che Lionardo colà sia andato argomentasi dal vedere fra i suoi disegni il ritratto del sig. Artus, sotto cui sta scritto (non però di mano di Lionardo) »Ritratto di M. Artus maestro di camera del Re Francesco I nella Giunta con Papa Leon X2

Considerandosi quindi interamente addetto alla corte francese, Lionardo non solo seguì il re nel suo ritorno a Milano;


  1. Tratt. dell’Arte della Pittura. Lib. II. cap. 1.
  2. Vedi la Tav. XII della Collez. del Gerli.