Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/161

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150 MEMORIE STORICHE

pransi formando quasi una lattata. Mettile in piatti all’aria aperta; e vedrai l’olio galleggiare alla superficie. Per cavarlo purissimo e netto prendi stoppini di bambagia che da un capo stiano nell’olio, e dall’altro pendano fuori del piatto, ed entrino in una caraffa, due dita sotto la superficie dell’olio ch’è nel piatto. A poco a poco l’olio filtrandosi per lo stoppino cadrà limpidissimo nella caraffa, e la feccia resterà nel piatto. Tutti gli olj in se stessi son limpidi, ma gli altera la maniera d’estrarli.

XXXIX. Nel decorso della vita di Lionardo più d’una volta parlammo de’ suoi disegni d’architettura. Non v’ha dubbio ch’egli già ben l’avesse studiata avanti di venire a Milano, e che pur quì se n’occupasse alacremente, attesa l’amicizia che strettissima aveva con frate Luca Paciolo, il quale l’architettura quì insegnò, specialmente per richiamare a veri principj vitruviani l’arte di fabbricare guastata da tedeschi, come provanlo le opere sue. Se questi chiama Lionardo pittore e architetto, come pur lo chiamano Vasari, e Lomazzo convienci ben dire che tale ei fosse. Che più? lo dice egli medesimo nella lettera scritta a Lodovico il Moro1 in cui si offre di sodisfare a paragon d’ogni al-


  1. Fol. 25.