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10 | MEMORIE STORICHE |
stamento medesimo rammemora i fratelli, e loro lascia una somma di denaro che impiegata avea in Firenze, e forse anche la sua parte del podere di Fiesole, come a suo luogo vedremo. E ciò basti per levargli di fronte, come meglio si può, la macchia de’ natali, a lui senza sua colpa improntata.
III. Ne’ primi anni suoi Lionardo, sortito avendo dalla natura e belle forme e robustezza non ordinaria, e agilità somma con ingegno perspicacissimo ma inquieto, molti studj intraprese con ardore, come l’aritmetica, scienza allora non comune, la musica per cui molto piacque anche nella virilità, e la poesia in cui non solo bel riuscì scrivendo versi, ma anche cantandoli all’improvviso, se il vero ci narrano Lomazzo1, e Vasari2. Convienci confessar però che nel sonetto morale, sola composizione poetica di lui rimastaci, ha mostrato d’essere più uomo sensato che immaginoso poeta3. Ma fra gli studj suoi,
- ↑ Idea del tempio della pittura, pag. 42.
- ↑ Vite de' più eccellenti Pittori ec., Vita di Lionardo da Vinci; e questa intendesi sempre indicata, qualunque volta nomino Vasari.
- ↑ Eccolo riportato dal Dufresne e da altri.
Chi non puo quel che vuol, quel che puo voglia;Che quel che non si puo folle è il volere.Adunque saggio è l’uomo da tenereChe da quel che non puo suo voler toglia.