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DI LIONARDO DA VINCI. 43

Gerli1 del cavallo intelarato, cioè preparato a servire di forma alla fusione.

XII. Lodovico, sicuro pel precedente trattato di esser duca di Milano di nome, come lo era di fatto, sempre più nell’abbiezione teneva il nipote; e Beatrice sua vilipendeva Isabella d'Aragona, a cui per sangue come per diritto dovea sudditanza e ossequio. Questa non mancò di scrivere al padre Alfonso d'Aragona, figliuolo di Ferdinando re di Napoli, eloquentissime lettere, che il Corio ci ha conservate2, per dipingergli la trista situazione del marito e sua; e Ferdinando mandò quì ambasciatori, perchè inducessero Lodovico a cedere al nipote lo scettro, e ’l minacciasser di guerra, ove ricusasse di farlo. Ricusollo egli altamente; e le minacce non servirono che ad accelerare a Gian-Galeazzo la morte. Ma prima d’ogni cosa Lodovico meditò d’opporre a Ferdinando il re di Francia Carlo VIII, che delle pretensioni avea sul regno di Napoli conceduto un secol prima dal Papa in feudo alla casa d’Angiò, offerendo a lui di seco confederarsi per conquistarlo, e spogliarne gli Aragonesi: il che pur ottenne; ma a suo mal danno, come vedremo, l’ottenne. Venne di fatto Carlo VIII in Italia nell’anno 1494, e giun-


  1. Tav. LX.
  2. Delle Histor. Milanesi, all’ann. 1492.