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DI LIONARDO DA VINCI. 45

e non gli altri per tutto come molti fanno, che per parere gran disegnatori fanno i loro nudi legnosi e senza grazia, che paiono al vederli un sacco di noci più presto che superficie umana, ovvero un fascio di ravanelli più presto che muscoli nudi. Che insieme a quel dotto Anatomico Lionardo disegnasse con matita rossa, tratteggiandole di penna, le parti tutte del corpo umano, mentre quello il dissecava, e talor anche scorticando le parti egli stesso, e n’avesse poi formato un libro colle spiegazioni a caratteri rovesci, ce lo attesta il Vasari, da cui altresì sappiamo »che gran parte di quella notomia era nelle mani di Francesco Melzo gentiluomo Milanese, il quale nel tempo di Lionardo era un bellissimo fanciullo1 così come oggi è bello e gentile vecchio, che ha care, e tiene come reliquie tali carte»; e soggiunge che Lionardo allora fu il primo che cominciò a dar vera luce alla notomia.


  1. In un codice triulziano in cui ammiransi molti disegni di Lionardo e della sua Scuola, uno ve n’ha di bel giovanetto che credesi esser Francesco Melzi; e credea pur Gerli che un ritratto del giovanetto Melzi fosse quello della sua Tavola IV. Che giovanetto ei fosse allora l’abbiamo da lui medesimo, poichè sopra la testa da lui disegnata, e pubblicata dal Gerli (Tav. xlv) e dal Mantelli (Tav. 17.) egli scrisse: 1510 a di 14 Augusto. P.a cavata de relevo da Francescho da Melzo de anni 18. E dietro alla spalla ha scritto; anni 19 Fr. Melzo.