Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/69

Da Wikisource.
58 MEMORIE STORICHE

leggiadro dell’ardente desiderio de nostra salute simulacro nel degno e devoto luogo de spirituale e corporale refezione del sacro templo delle grazie, al quale oggidì quelle di Apelle Minore e Policrete convien che cedano». Chi vede la grand’opera, quanto le passate vicende veder la lasciano ancora, ben comprende, che angusto spazio di tempo esser dovè un biennio e anche un triennio di lavoro; e meglio ancor lo comprende chi sa che Lionardo, difficilissimo ad essere soddisfatto delle cose sue, pria meditar ne dovè la composizione che i più gran pittori trovan mirabile in ogni mossa e in ogni atteggiamento, come nel tutto insieme; e formarne di corrispondente grandezza il cartone1. Disegnonne non solo i piccoli schizzi ed abbozzi, de’ quali alcuni tuttavia si sono conservati2, ma pur in quadri di giusta grandezza »tutte ad una ad una dipinse le figure de’ dodici Apostoli e del Salvatore, i quali esemplari (scrive il mento-


  1. Al cartone del Cenacolo apparteneano le figure degli Apostoli e della Cena, che separatamente disegnò Lionardo; e son questi le tavole di cui qui sotto si parla.
  2. Le teste di s. Pietro e di Giuda tratte da nostri codici furono disegnate e pubblicate dal Gerli (Tav. 11) e dal Mantelli (Tav. 12). Un intero disegno del Cenacolo, che pure vuolsi di Lionardo, posseduto già dal march. Questore Castiglioni, e quindi dal sig. Don Giuseppe Casati, intagliò il valente prof. Aspari.