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DI LIONARDO DA VINCI. 61

Salvatore, lasciandoci così un modello della più sublime beltà, che nessuno ha saputo imitare1. Quella testa ritrasse fedelmente il valente pittore Matteini per servirsene nel fino ed espressivo disegno, ch’ei fece dello stesso originale Cenacolo, in cui il volto del Salvatore è guasto: disegno ora moltiplicato, e renduto pubblico dal bulino del cel. Morghen, ove gli è stato aggiunto un principio di barba quale gli si vede nel dipinto e in tutte le copie anche più vicine ai tempi del Vinci2.


  1. Stor. delle arti del Disegno. Tom. 1 pag. 236 della mia traduzione. Ediz. di Milano.
  2. Una lunga nota delle copie più celebri che fecersi del Cenacolo trovo negli scritti del lodato consigl. De Pagave, e sono: in Milano
    1. Nel convento de’ Francescani della Pace sul muro. Del Lomazzo nel 1561.
    2. In S. Barnaba, ed è l’ottava parte dell’originale. Credesi di Marco d’Oggiono fatta per ricopiarla poi nella grandezza dell’originale, siccome ha fatto.
    3. In S. Pietro in Gessate. D’Agostino Santagostini.
    4. Nel Monastero maggiore, sul muro. Del Lomazzo.
    5. Una fedele e non ispregevol copia ne fe’ fare per la sala de’ quadri della nostra biblioteca il card. Federico Borromeo, di cui alla pag. 74.
    6. A due miglia da Milano, nel monastero de’ Gerolimini di Castellazzo. Di Marco Oggiono summentovato.
    7. Nella gran Certosa di Pavia. Dello stesso. Fu di colà portata a Milano ove venne in questi ultimi tempi delineata ed incisa dal valente sig. Frey.
    8. In San Benedetto di Mantova. Di Monsignori.
    9. In Lugano. Nel refettorio de’ PP. Osservanti. Di Bernardino Luino.