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DI LIONARDO DA VINCI. 83

il Vasari, che avendolo una volta il cassiere del gonfaloniere voluto pagare con cartocci di quattrini, egli non li volle pigliare, dicendo: io non sono pittore da quattrini.

Nè fu già egli in Toscana ozioso, ma de'favoriti suoi studj, l'idrostatica cioè e la pittura, occupossi costantemente. In quello, o nel seguente anno fece il celebre cartone di s. Anna commendato dal Vasari, che minutamente ne descrive il pregio, e dice che fu portato in Francia, daddove fu riportato in Italia, e trovavasi in mano d'Aurelio Luino ai tempi di Lomazzo1. Tra le note del consiglier De Pagave trovo essere opinion sua, che Bernardino Luino padre d'Aurelio su questo cartone abbia dipinto sulla tela a tempra il bel quadro che sta ora nella cappella domestica de' sigg. Venini nella contrada di Chiaravalle, venduto loro dalla famiglia Mauri, che tenealo per un'opera dello stesso Lionardo; e due valenti pittori, co'quali ultimamente lo esaminai, tengon per fermo pur essi che lavoro sia del Luino, ed una delle buone sue opere. Scrisse il P. Resta2 che tre simili cartoni fece Lionardo, de'quali uno, dipinto dal Salai, trovasi ancora nella sagristia di san Celso in Milano.

Fece il Vinci stando a Firenze, i ri-

  1. Tratt. della Pitt. Lib. 2 cap. 17.
  2. Lettere Pittoriche Tom. III.