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via egnatia—ponticello 253


Questa via era chiamata così dalla città di Egnatia, che sorgeva sull’Adriatico, dopo Bari, nel luogo dove oggi dicesi La Torre di Agnazzo1. Forse quella denominazione non appartenne in origine a rutta la via, ma ad un tratto solamente; nonpertanto si è soliti chiamarla così tutta intera fin da Benevento.

È descritta da Strabone2, insieme alla via Appia, a partire da Brindisi, con le seguenti parole, che convien riportare integralmente: »Praeterea e Graecia et Asia rectus est Brundusium traiectus, omnesque huc deferuntur, quibus inde Romam iter est. Sunt autem duae viae, una3 qua muli ire possunt per Peucetios, qui Pediculi dicuntur, et Daunios, ac Samnites, Beneventum usque, qua in via urbes sunt Ignatia, Celia4, Netium5, Canusium, Herdonia6. Via per Tarentum, paululum ad laevam deflectit. Unius diei ambitu confecto, in Appiam pervenitur, quae plaustris patet: in ea sunt Uria et Venusia, illa inter Tarentum et Brundusium, haec in confinio Samnitum et Lucanorum. Coëunt a Brundusio ambae viae apud Beneventum ad Campaniam» All’epoca, dunque, di Strabone l’Egnatia era via mulattiera e l’Appia carreggiabile. Egli, però, non ci descrive il rimanente della via da Herdonia a Benevento, e sol ci fa sapere che ambo le descritte vie si riunivano presso Benevento; ma vi suppliscono gli itinerarii e la Tavola Peutingeriana.

L’itinerario di Antonino segna così il cammino per questo tratto da Benevento ad Erdonia:

Benevento Equotutico M. P.   XXI7
Equotutico Aecas M. P. XVIII
Erdonias M. P. XIX.

  1. Pratilli, op. cit. pag. 429.
  2. Op. cit. lib VI. p. 282.
  3. Ed era l’Egnatia.
  4. Dovrebbe esser scritto Caelia, ed è l’attuale Ceglia (Pratilli, pag. 429).
  5. Tra Bitonto e Bari, e dalle sue rovine surse Giovinazzo (id. id.).
  6. Distrutta, oggi le sue rovine vedonsi presso Ordona, che fu vasta possessione del Collegio Romano della Compagnia di Gesù (id. id.).
  7. Le iniziali M. P. passuum millia, dinotano il miglio italico di mille passi, corrispondente, secondo Viviani (traduz. di Vitruvio, I. tav. in fine dell’opera) a chilometro 1,48148. Le distanze nei primi tempi di Roma computaronsi