Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/459

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della chiesa cattedrale di benevento 423

heureux de l’avoir provoqué par une publication dont le but premier était de payer mon tribut d’admiration à une oeuvre pas assez connue du XIIe siecle».

L’archeologo francese Emile Guimet, Direttore del museo omonimo, detto delle religioni, a Parigi, venuto quì quest’anno, ammirando la importanza dei nostri monumenti, mi manifestava la sua meraviglia che in nessun albergo di Napoli vi fossero grandi e buone fotografie di essi esposte ai viaggiatori per ispirarli a visitare questa città. Le stesse cose e la stessa ammirazione mi manifestò l’altro archeologo inglese Thomas Hodgkin, il quale si sta occupando ora di alcuni argomenti storici intorno a questa città.

Tornando al Lenormant, egli non ritiene che questo genere di costruzione della nostra facciata e segnatamente quella del Duomo di Troia, ci sia pervenuto dalla Toscana1, bensì direttamente dall’Oriente; e della stessa opinione sembra sia il Chirtani, continuatore del Selvatico2. Egli però non ha visitati i nostri monumenti, per la qual cosa, parlando del nostro Duomo, incorre in varie inesattezze. Tra l’altro asserisce: «Di carattere moresco ci è nella cattedrale di Benevento una finestra a quattro vani bellissima, veramente, e vaga quanto mai. È inclusa in un campo sul quale imposta una specie di arco scemo determinato da un breve segmento di circolo a grandissimo raggio; tre colonne dividono il campo in quattro aperture foggiate ad archi a ferro di cavallo, impostati coi peducci delle estremità al muro e con gli altri tre peducci sulle tre colonne che portano il doppio capitello alla bizantina, di proporzioni e forme assai semplici, ma vagamente adorni di figure e foglie ornamentali3». Ora tutto ciò si appartiene nientedimeno che alle quadrifore del Chiostro di S. Sofia, del quale ho già parlato, rappresentate nelle Tav. LI e LII di quest’opera. Chirtani ha preso questo equivoco tenendo forse presente l’opera dello Schulz, nella Tav. LXXIX della quale la figura 1.a rappresenta

  1. Lenormant, op. cit. pag. 127 e seg.
  2. Op. cit. parte II. lib. IV. pag. 441, 442 e seg.
  3. Op. cit. parte II. lib. IV. pag. 451, 452.