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174 | iii - catone in utica |
cinta di bruno ammanto,
con l’odio in petto e su le ciglia il pianto?
Fulvio. Piangendo ancora
rinascer suole
la bella aurora
nunzia del sole;
e pur conduce
sereno il dí.
Tal fra le lagrime,
fatta serena,
può da quest’anima
fugar la pena
la cara luce
che m’invaghí. (parte)
SCENA VIII
Emilia.
Se gli altrui folli amori ascolto e soffro,
e s’io respiro ancor dopo il tuo fato,
perdona, o sposo amato,
perdona: a vendicarmi
non mi restano altr’armi. A te gli affetti
tutti donai, per te li serbo; e, quando
termini il viver mio, saranno ancora
al primo nodo avvinti,
se è ver ch’oltre la tomba aman gli estinti.
O nel sen di qualche stella,
o sul margine di Lete
se mi attendi, anima bella,
non sdegnarti, anch’io verrò.
Sí, verrò; ma voglio pria
che preceda all’ombra mia
l’ombra rea di quel tiranno,
che a tuo danno il mondo armò. (parte)