Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/54

Da Wikisource.
48 i - didone abbandonata


Osmida. Generoso monarca...
Iarba.  Olá! costui
si disarmi, s’annodi e poi s’uccida. (in atto di partire)
Osmida. Come! Questo ad Osmida?
Qual ingiusto furore!...
Iarba. Quest’è il premio dovuto a un traditore. (parte seguito da’ suoi, a riserva di pochi che restano ad eseguire il comando)

SCENA V

Enea con séguito di troiani, e detti.

(uscendo Enea, fuggono i mori e lasciano legato ad un albero Osmida)
Enea. Siam tutti alfin raccolti. Alcun non manca
de’ dispersi compagni. E ben, si tronchi
ogni dimora alfin. Sereno è il cielo;
l’aure e l’onde son chiare:
alle navi, alle navi! al mare, al mare!
Osmida. Invitto eroe...
Enea.  Che avvenne?
Osmida.  In questo stato
Iarba, il barbaro re...
Enea.  Comprendo. Amici,
si ponga Osmida in libertá. (i troiani vanno a sciogliere Osmida)
 (L’indegno
da chi men può sperarlo abbia soccorso,
ed apprenda virtú dal suo rimorso.)
Osmida. Ah! lascia, eroe pietoso, (s’inginocchia)
che grato a sí gran don...
Enea.  Sorgi, ed altrove
rivolgi i passi tuoi.
Osmida. Grato a virtú sí rara...