Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/70

Da Wikisource.
64 i - didone abbandonata


Nibbio. Forse di tanto ardire
si meraviglierá?
Dorina.  Mi fa favore.
Nibbio. Anz’io mi do l’onore
di farle di me stesso, o bene o male,
una dedicatoria universale.
Dorina. Star incomodo piú non è dovere:
sieda Vossignoria.
Nibbio. Con la sua compagnia
incomodo si resta in ogni loco:
si sta vicino a lei sempre sul foco. (siedono)
Dorina. (Che strano complimento!) Almeno io bramo
il suo nome saper.
Nibbio.  Nibbio mi chiamo,
canario di nazione,
e suo buon servitor di professione.
Dorina. Ella è molto obbligante.
Nibbio. Io faccio il mio dovere.
Deve dunque sapere
che un teatro famoso
nell’isole Canarie è stato eretto.
Io vengo a solo oggetto
di far la compagnia;
ed in particolar Vossignoria
ci dovrá favorir, quando non sdegni
la nostra offerta.
Dorina.  Ho quattro o cinque impegni;
ma vedrò di servirla, ove m’accordi
un onorario comodo e decente.
Nibbio. Io sono differente
da tutti gl’impresari,
e precipito a sacchi i miei denari.
Dorina. Dunque il nostro contratto
conchiuder si potrá.
Una difficoltá però mi resta.
Nibbio. Qual è, signora?