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116 xvii - zenobia


SCENA XI

Zenobia e detti.

Zenobia. Principe...

Tiridate.   Il grande arcano,
lode al ciel, si scoperse. Alfin palese
è pur de’ torti miei
la sublime cagion. Parla: che vuoi?
Non t’arrossir: di Radamisto il merto
scusa l’infedeltá. Libero il chiedi?
lo brami sposo? ho da apprestar le tede
al felice imeneo?
Zenobia.   Signor...
Tiridate.   Tiranna!
barbara! menzognera! Il premio è questo
del tenero amor mio? Cosí tradirmi?
e per chi, giusti dèi! per chi d’un padre
ti privò fraudolento, e poi...
Zenobia.   T’inganni;
mentí la fama.
Mitrane. (a Tiridate)  È ver: da Farasmane
il colpo venne. Il perfido Zopiro
lo palesò morendo.
Tiridate.   E tu dái fede
a un traditor?
Mitrane.   Sí: lo conferma un foglio
ch’ei seco avea. Del tradimento in esso
son gli ordini prescritti, e Farasmane
di sua mano il vergò.
Zenobia.   Vedi se a torto...
Tiridate. Taci: il tuo amor per Radamisto accusi,
mentre tanto il difendi.
Zenobia.   È vero, io l’amo,
non pretendo celarlo. Il suo periglio