Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. IV, 1914 – BEIC 1885923.djvu/277

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atto terzo 271


Ipermestra. (con timore)  Parlasti a lui?

Elpinice. No; ma il dissi a Plistene; ei dell’amico
corse subito in traccia.
Ipermestra.   Ah, che facesti,
sconsigliata Elpinice! a qual periglio
esponi il padre mio! Tanti finora
costò questo segreto
sospiri a’ labbri miei, pianti alle ciglia;
e tu...
Elpinice.   Ma, principessa, io non son figlia.
Ipermestra. Va’ per pietá, trova Plistene... È meglio
che al padre io corra e lo prevenga... Oh Dio!
il colpo affretterò... Vedi a che stato
m’hai ridotta, Elpinice!
Elpinice.   E pur credei...
Ipermestra. Parlisi con Linceo. Corri, t’affretta;
ch’ei venga a me.
Elpinice.   Volo a servirti.
  (in atto di partire)
Ipermestra.   Aspetta.
Troppo arrischia, s’ei vien. De’ sensi miei
l’informi un foglio. Attendimi: a momenti
tornerò. (come sopra)
Elpinice.   Principessa,
odi.
Ipermestra.   Non m’arrestar. (come sopra)
Elpinice.   Linceo s’appressa.
Ipermestra. Aimè! se ’l vede alcun... Ma fra due rischi
scelgo il minor. Corri a Plistene intanto;
di’ che l’arcan funesto
taccia, se non parlò.
Elpinice.   Che giorno è questo! (parte)