Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. IV, 1914 – BEIC 1885923.djvu/46

Da Wikisource.
40 xvi - temistocle


la piú gran parte e la miglior: non manca

a tante squadre ormai
che un degno condottier; tu lo sarai.
Prendi: con questo scettro, arbitro e duce
di lor ti eleggo. In vece mia punisci,
premia, pugna, trionfa. È a te fidato
l’onor di Serse e della Persia il fato.
Lisimaco. (Dunque il re mi deluse,
o Aspasia lo placò.)
Temistocle.   Del grado illustre,
monarca eccelso, a cui mi veggo eletto,
in tua virtú sicuro,
il peso accetto e fedeltá ti giuro.
Faccian gli dèi che meco
a militar per te venga Fortuna;
o, se sventura alcuna
minacciasser le stelle, unico oggetto
Temistocle ne sia. Vincan le squadre,
perisca il condottiero: a te ritorni
di lauri poi, non di cipressi cinto,
fra l’armi vincitrici il duce estinto.
Lisimaco. In questa guisa, o Serse,
Temistocle consegni?
Serse.   Io sol giurai
di rimandarlo in Grecia. Odi se adempio
le mie promesse. Invitto duce, io voglio
punito alfin quell’insolente orgoglio.
Va’: l’impresa d’Egitto
basta ogni altro a compir; va’ del mio sdegno
portatore alla Grecia. Ardi, ruina,
distruggi, abbatti, e fa’ che senta il peso
delle nostre catene
Tebe, Sparta, Corinto, Argo ed Atene.
Temistocle. (Or son perduto!)
Lisimaco.   E ad ascoltar m’inviti...
Serse. Non piú: vanne e riporta