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138 | ii - siroe |
ma penso poi che del mio bene è padre.
Amo Siroe, e mi pento
d’esser io la cagion del suo periglio;
ma penso poi che del tiranno è figlio.
Cosí sempre il mio core
è infelice nell’odio e nell’amore.
Non vi piacque, ingiusti dèi,
che io nascessi pastorella:
altra pena or non avrei
che la cura d’un’agnella,
che l’affetto d’un pastor.
Ma chi nasce in regia cuna,
piú nemica ha la fortuna;
ché nel trono ascosi stanno
e l’inganno ed il timor.