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atto primo 179


SCENA XI

Marzia, poi Catone.

Marzia. Mie perdute speranze,
rinascer tutte entro il mio sen vi sento.
Chi sa? Gran parte ancora
resta di questo dí. Placato il padre,
se all’amistá di Cesare si appiglia,
non mi avrá forse Arbace.
Catone.  Andiamo, o figlia.
Marzia. Dove?
Catone.  Al tempio, alle nozze
del principe numida.
Marzia.  (Oh dèi!) Ma come
sollecito cosí?
Catone.  Non soffre indugio
la nostra sorte.
Marzia.  (Arbace infido!) All’ara
forse il prence non giunse.
Catone.  Un mio fedele
giá corse ad affrettarlo. (in atto di partire)
Marzia. (Ah, che tormento!)

SCENA XII

Arbace e detti.

Arbace. Deh! t’arresta, o signor.
Marzia. (piano ad Arbace) (Sarai contento.)
Catone. Vieni, o principe: andiamo
a compir l’imeneo. Potea piú pronto
donar quanto promisi?
Arbace.  A sí gran dono
è poco il sangue mio; ma, se pur vuoi