Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
198 | iii - catone in utica |
SCENA IX
Camera con sedie.
Catone e Marzia.
Catone. Si vuole ad onta mia
che Cesare s’ascolti!
L’ascolterò. Ma in faccia
agli uomini ed ai numi io mi protesto
che da tutti costretto
mi riduco a soffrirlo; e, con mio affanno,
debole io son per non parer tiranno.
Marzia. Oh, di quante speranze
questo giorno è cagion! Da due sí grandi
arbitri della terra
incerto il mondo e curioso pende;
e da voi pace o guerra,
o servitude o libertade attende.
Catone. Inutil cura.
Marzia. (guardando dentro alla scena) Or viene
Cesare a te.
Catone. Lasciami seco.
Marzia. (O dèi,
per pietá secondate i voti miei!) (parte)
SCENA X
Cesare e detto.
Catone. Cesare, a me son troppo
preziosi i momenti, e qui non voglio
perderli in ascoltarti.
O stringi tutto in poche note, o parti. (siede)