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atto terzo | 293 |
Onoria. Signor, nel mio consiglio io ti propongo
un esempio a seguir. Sappi che amante
io sono al par di te, né perdo meno:
Fulvia è la fiamma tua; per Ezio io peno.
Valentiniano. E l’ami?
Onoria. Sí. Nel consigliarti or vedi
se facile son io, come tu credi.
Valentiniano. Ma troppo ad eseguir duro consiglio
mi proponi, o germana.
Onoria. Il tuo coraggio,
la tua virtú faccia arrossir la sorte.
Una donna t’insegna ad esser forte.
Valentiniano. Oh Dio!
Onoria. Vinci te stesso. I tuoi vassalli
apprendano qual sia
d’Augusto il cor...
Valentiniano. Non piú: Fulvia m’invia:
facciasi questo ancor. Se tu sapessi
che sforzo è il mio, quanto il cimento è duro...
Onoria. Dalla mia pena il tuo dolor misuro;
ma soffrilo. Nel duolo
pur è qualche piacer non esser solo.
Peni tu per un’ingrata,
un ingrato adoro anch’io;
è il tuo fato eguale al mio;
è nemico ad ambi Amor.
Ma, s’io nacqui sventurata,
se per te non v’è speranza,
sia compagna la costanza,
come è simile il dolor. (parte)