Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
326 | v - alessandro nell'indie |
dunque, o crudel, che del tuo core amante
mi giuravi il possesso.
Erissena. Allora io non fingea: non fingo adesso. (parte)
SCENA X
Gandarte.
Perché senz’opra degli altrui sudori
nasceano i frutti, i fiori;
perché piú volte l’anno,
non dubbio prezzo delle altrui fatiche,
biondeggiavan le spiche, e al lupo appresso
in un covile istesso
il sicuro agnellin prendea ristoro;
era bella, cred’io, l’etá dell’oro.
Ma, se allor le donzelle,
per soverchia innocenza, a’ loro amanti
dicean d’esser infide
chiaro cosí come Erissena il dice,
per me l’etá del ferro è piú felice.
Ah, colei che m’arde il seno,
se non m’ama, ah, finga almeno!
Un inganno è men tiranno
d’un sí barbaro candor.
Finché sembrami sincera,
io mi credo almen felice;
se la scopro ingannatrice,
cangio in odio almen l’amor. (parte)