Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/336

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amico o vincitor, qual piú ti piace,
volgi, signore, alla mia reggia.
Poro.  (Ah, infida!)
Cleofide. Piú dell’Idaspe il varco
non ti sará conteso, e lá saprai
meglio tutti di Poro i sensi e i miei.
Poro. Non fidarti a costei:
è avvezza ad ingannar. Grato a’ tuoi doni,
io ti deggio avvertir.
Cleofide.  (Che soffro!)
Alessandro.  Asbite,
sei troppo audace.
Poro.  Io n’ho ragion: conosco
Cleofide e il mio re. Da lei tradito...
Cleofide. Non udirlo, o signor; nol merta: i primi
oltraggi non son questi,
ch’io soffro da costui.
Poro.  (Perfida!)
Cleofide.  Accetti,
Alessandro, l’invito?
Qual risposta mi rendi?
Che ho da sperar? Verrai?
Alessandro.  Verrò: m’attendi. (parte)

SCENA XV

Poro e Cleofide.

Poro. Lode agli dèi! Son persuaso alfine
della tua fedeltá. (con ironia)
Cleofide. (come sopra)   Lode agli dèi!
Poro di me si fida,
piú geloso non è.
Poro.  Dov’è chi dice
che un femminil pensiero
dell’aura è piú leggiero?