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132 vii - artaserse


Semira.  Ed io la vita
d’un innocente imploro.
Mandane.  Il fallo è certo.
Semira. Incerto è il traditor.
Mandane.  Condanna Arbace
ogni apparenza.
Semira.  Assolve
Arbace ogni ragione.
Mandane.  Il sangue sparso
dalle vene del padre
chiede un castigo.
Semira.  E il conservato sangue
nelle vene del figlio un premio chiede.
Mandane. Ricòrdati...
Semira.  Rammenta...
Mandane. ...che sostegno del trono
solo è il rigor.
Semira.  ...che la clemenza è base.
Mandane. D’una misera figlia
deh! t’irriti il dolor.
Semira.  Ti plachi il pianto
d’un’afflitta germana.
Mandane. Ognun che vedi,
fuor che Semira, il sacrifizio aspetta.
Semira. Artaserse, pietá! (s’inginocchiano)
Mandane.  Signor, vendetta!
Artaserse. Sorgete, oh Dio! sorgete. Il vostro affanno
quanto è minor del mio! Teme Semira
il mio rigor; Mandane
teme la mia clemenza; e amico e figlio
Artaserse sospira
nel timor di Mandane e di Semira.
Solo d’entrambe io cosí provo... Ah, vieni!
 (vedendo Artabano)
consolami, Artabano. Hai per Arbace
difesa alcuna? Ei si discolpa?