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144 vii - artaserse


del suo regno felice
distinguano i trionfi; allori e palme
tutto il mondo vassallo a lui raccolga;
lentamente ravvolga
i suoi giorni la Parca; e resti a lui
quella pace ch’io perdo,
che non spero trovar fino a quel giorno
che alla patria e all’amico io non ritorno.
               L’onda dal mar divisa
          bagna la valle e ’l monte;
          va passeggiera in fiume,
          va prigioniera in fonte;
          mormora sempre e geme,
          fin che non torna al mar:
               al mar, dov’ella nacque,
          dove acquistò gli umori,
          dove da’ lunghi errori
          spera di riposar. (parte)

SCENA II

Artaserse.

Quella fronte sicura e quel sembiante
non l’accusano reo. L’esterna spoglia
tutta d’un’alma grande
la luce non ricopre,
e in gran parte dal volto il cor si scopre.
               Nuvoletta opposta al sole
          spesso il giorno adombra e vela,
          ma non cela il suo splendor.
               Copre invan le basse arene
          picciol rio col velo ondoso,
          ché rivela il fondo algoso
          la chiarezza dell’umor. (parte)