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152 vii - artaserse


Arbace.  Tu m’ami ancora,
se a questo segno a compatirmi arrivi.
Mandane. No, non crederlo amor; ma fuggi e vivi.
               Arbace. Tu vuoi ch’io viva, o cara;
          ma, se mi nieghi amore,
          cara, mi fai morir.
               Mandane. Oh Dio, che pena amara!
          Ti basti il mio rossore:
          piú non ti posso dir.
               Arbace. Sentimi.
               Mandane.  No.
               Arbace.  Tu sei...
          Mandane. Parti dagli occhi miei;
          lasciami per pietá!
               A due. Quando finisce, o dèi,
          la vostra crudeltá?
               Se in cosí gran dolore
          d’affanno non si muore,
          qual pena ucciderá? (partono)

SCENA VIII

Luogo magnifico destinato per la coronazione di Artaserse. Trono da un lato con sopra scettro e corona. Ara nel mezzo accesa, con simulacro del Sole.

Artaserse ed Artabano
con numeroso séguito e popolo.

Artaserse. A voi, popoli, io m’offro
non men padre che re. Siatemi voi
piú figli che vassalli. Il vostro sangue,
la gloria vostra, e quanto
è di guerra o di pace acquisto o dono
vi serberò: voi mi serbate il trono;
e faccia il nostro core