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210 | viii - adriano in siria |
senza vedermi?
Sabina. Ah! non schernirmi ancora.
Mi discacci, mi vieti
di comparirti innanzi...
Adriano. Io? quando? Aquilio,
non richiese Sabina
la libertá d’abbandonarmi?
Sabina. Oh dèi!
Non fu cenno d’Augusto (ad Aquilio)
ch’io dovessi partir senza mirarlo?
Aquilio. (Se parlo, mi condanno, e se non parlo.)
Sabina. Perfido! (ad Aquilio)
Adriano. Non rispondi?
Sabina. Or tutte intendo
le trame tue. Sappi, Adriano...
Aquilio. È vero,
signor, Sabina adoro, e, lei presente,
temei la tua virtú: perciò lontana...
Adriano. Basta. Che tradimento! Anima rea!
Tu rivale ad Augusto? Olá! costui
sia custodito.
Aquilio. (Avverso ciel!) (è disarmato)
Adriano. Né pensi
la mia sposa a partir.
Sabina. Tua sposa!
Adriano. Io sento
che risano a gran passi. Il dover mio,
d’Emirena i disprezzi,
gli odii del genitore...