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varianti 227


SCENA VIII

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 
Osroa.   Solea

l’abborrito romano
per quest’oscura via passare occulto
d’Emirena a’ soggiorni. Un suo seguace,
complice del segreto,
mel palesò. Fra questi eroi del Tebro, ecc.

SCENA IX

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 
Farnaspe   Non posso.

Adriano. Il silenzio t’accusa.
Farnaspe. Signor, non sempre è reo chi non si scusa.
Emirena. (Consigliatemi, o numi.)
Adriano. (alle guardie)  Olá! si tragga
nel carcere piú nero il delinquente.
Emirena. Fermatevi! sentite: egli è innocente. (ad Adriano)
Farnaspe. Principessa, che fai?
Adriano.   Stelle! tu ancora
qui con Farnaspe? E ’l traditor difendi?
Emirena. Ei non è traditor. Fra quelle fronde...
Farnaspe. Taci! (ad Emirena)
Emirena.   ... l’empio s’asconde,
che spinse a’ danni tuoi l’acciar rubello.
Farnaspe. (Oh Dio! non sa che’l genitore è quello.)
Adriano. Se credulo mi brami, a questo segno
di Farnaspe al periglio
non mostrarti agitata.
Come t’affanni, ingrata!
Come tremi per lui! Sei sí confusa,
che non sa il tuo pensiero
menzogna ordir, che rassomigli al vero.
Farnaspe. (Secondiamo l’error.)
Emirena. (ad Adriano)  Se a me non credi...