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250 ix - demetrio


Mitrane, il mio pensier. Sperai che un giorno,

fatto consorte a Cleonice, Alceste
ricuperasse il regno
senza toglierlo a lei. L’eccelsa donna
degna è di possederlo. A tale oggetto
alimentai l’affetto
nel cor d’entrambi; e se il destin... Ma perdo
l’ore in querele. Io di mie cure, amico,
ti chiamo a parte. Avrem dell’opra il frutto,
sol che tempo s’acquisti. Andiam: si cerchi
d’interromper la scelta. Al caso estremo
s’avventuri il segreto. In faccia al mondo
tu mi seconda; e, se coll’armi è d’uopo,
tu coll’armi m’assisti.
Mitrane. Ecco tutto il mio sangue. In miglior uso
mai versar nol potrò. Chiamasi acquisto
il perdere una vita
a favor del suo re. Sí bella morte
invidiata saria.
Fenicio.   Vieni al mio seno,
generoso vassallo. Ai detti tuoi
sento per tenerezza
il ciglio inumidir, sento nel petto
rinvigorir la speme, e veggo un raggio
del favor degli dèi nel tuo coraggio.
          Ogni procella infida
     varco sicuro e franco
     colla virtú per guida,
     colla ragione a fianco,
     colla mia gloria in sen.
          Virtú fedel mi rende,
     ragion mi fa più forte;
     la gloria mi difende
     dalla seconda morte
     dopo il mio fato almen. (parte)