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Toante, si era allontanato da Lenno, ed avea fatto spargere d’essersi disperatamente ucciso. La sua creduta morte era cagione dell’odio implacabile di Eurinome contro il re: quindi nel ritorno de’ lenni si serví essa accortamente delle ragioni pubbliche a facilitar la sua vendetta privata. Learco intanto, esule e disperato, si fece condottiere di pirati, ma per tempo o lontananza non poté mai deporre la sua amorosa passione per Issipile; a segno che, avendo saputo che Giasone andava a celebrar le nozze giá stabilite con quella, si portò co’ suoi seguaci alle marine di Lenno, e cautamente s’introdusse nella reggia, per tentar di nuovo di rapir la principessa o disturbare almeno le sue nozze. L’insidie dell’innamorato Learco fanno una gran parte delle agitazioni d’Issipile; la quale però finalmente vede per vari accidenti assicurato il padre, punito l’insidiatore, calmato il tumulto di Lenno e disingannato Giasone, che divien suo consorte (Erodoto, libro vi, Erat., Ovidio, Valerio Flacco, Stazio, Apollodoro ed altri).