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338 | x - issipile |
e mirar frattanto afflitto
l’offensor vermiglio in volto,
che, pensando al suo delitto,
non ardisce favellar. (parte)
SCENA VIII
Learco solo.
Dal tuo letargo antico
se destar non ti sai, perché ti scuoti,
languida mia virtú? Che vuoi con questi
rimorsi inefficaci? O regna o servi.
Io non ti voglio in seno
che vinta affatto o vincitrice appieno.
Affetti, non turbate
la pace all’alma mia;
sia vostra scelta o sia
l’oprar necessitá.
Perché rei vi credete,
se liberi non siete?
Perché non vi cangiate,
se avete libertá? (parte)
SCENA IX
Campagna a vista del mare, sparsa di tende militari. Sole che spunta.
Giasone solo.
Fra dubbi penosi
confuso, ravvolto,
risolver non osi,
mio povero cor.