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atto terzo 51
Semiramide.   Non piú; per ora

non voglio esaminar qual sia l’indegno.
Olá! si dia della battaglia il segno.

Mentre Semiramide va sul trono, Ircano si ritira da un lato in faccia a lei. Sibari resta alla sinistra del trono. Suonano le trombe, s’aprono i cancelli, dal destro de’ quali viene Mirteo, e dall’opposto Scitalce, ambedue senza spada, senza cimiero e senza manto.


SCENA ULTIMA

Mirteo, Scitalce, poi Tamiri e detti.

Mirteo. (Al traditore in faccia il sangue io sento

agitar nelle vene.) (guardando Scitalce)
Scitalce.   (Io sento il core
agitarsi nel petto in faccia a lei.)
  (guardando Semiramide)
Semiramide. (Spettacolo funesto agli occhi miei!)

Due capitani delle guardie presentano l’arme a Scitalce ed a Mirteo, e si ritirano appresso i cancelli. Mentre Mirteo e Scitalce si muovono per combattere, esce frettolosa Tamiri.

Tamiri. Ah! fermati, Mirteo. Sai ch’io non voglio

piú vendetta da te.
Mirteo.   Vendico i miei,
non i tuoi torti. È un traditor costui:
mentisce il nome, egli s’appella Idreno;
egli la mia germana
dall’Egitto rapì.
Sibari.   (Stelle, che fia!)
Scitalce. Saprò, qualunque io sia...
Semiramide.   Mirteo, t’inganni.
Mirteo. Nella reggia d’Egitto
Sibari lo conobbe; egli l’afferma.
Sibari. (Aimè)!
Scitalce.   Che! mi tradisci, (a Sibari)