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varianti 87
Semiramide tua»... Folle! a che giova

de’ suoi falli la prova
da un foglio mendicar, se agli occhi miei
scoperse il cielo i tradimenti rei?
Ah! si scacci dal petto
la tirannia d’un vergognoso affetto.
  (partendo, s’incontra in Tamiri)
Tamiri. Prence, con chi t’adiri?
Scitalce. Alfin, bella Tamiri,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . 
Tamiri. (Nino parlò per me.) Senti, Scitalce,
s’io ti credessi appieno,
tutto mi scorderei; ma in te sospetto
. . . . . . . . . . . . . . . . . . 
Scitalce.   No, non è vero.
Tamiri. Chi diverso ti rese?
Scitalce. Nino fu che m’accese
d’amor per te, mi liberò, mi sciolse,
mi fe’ arrossir d’ogni altro laccio antico.
Tamiri. (Quanto fa la pietá d’un vero amico!)
Finger tu puoi: nol crederò, se pria
la tua destra non stringo.
Scitalce. Ecco la destra mia: vedi se fingo.
Tamiri. Or lo sdegno detesto:
prendi... (nell’atto che vuol dargli la mano, esce Mirteo)


SCENA IX [VI]

Mirteo e detti.

Mirteo.   Che ardir! Che tradimento è questo!

Cosí vieni a pugnar? Chi ti trattiene? ecc.


SCENA X [VII]

Tamiri e Mirteo.

Tamiri. (S’impedisca il cimento,

si voli al re.) (in atto di partire)