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88 vi - semiramide
Mirteo.   Cosí mi lasci? Ascolta.

Tamiri. Perdona: un’altra volta
t’ascolterò.
Mirteo.   Dunque mi fuggi?
Tamiri.   Oh Dio!
Non ti fuggo, t’inganni.
Mirteo.   E perché mai
cosí presto involarti?
Tamiri. Mirteo, per pace tua, lasciami e parti.
Mirteo. Per pace mia, tiranna! Ad un rivale
quando porgi la mano...
Tamiri. Prence, non piú: tu mi tormenti invano.
Non poté la tua fede,
non seppe il volto tuo rendermi amante.
Adoro altro sembiante:
sai che d’altre catene ho cinto il core, ecc.

[Segue la scena XI perfettamente conforme alla VIII della redazione definitiva.]


SCENA XII [IX]

Semiramide con guardie e popolo, Sibari, poi Ircano.

Semiramide.   Fra tanti affanni miei,

     vorrei... Ma poi mi pento,
     e palpitando io vo...
Ircano. A forza io passerò! (di dentro)
Sibari.   Quai grida io sento!
Ircano. Mi si contende il varco? (alle guardie, entrando in scena)
Semiramide.   E qual ardire
qui ti trattien? Cosí partisti? Adempi
il mio cenno cosí?
Ircano.   Vo’ del cimento
trovarmi a parte anch’io; lasciar non voglio
la destra di Tamiri ad altri in pace.
Semiramide. Tu quella destra, audace,
non ricusasti? Altra ragion non hai.