Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
104 | xii - demofoonte |
nol compirá, finché Dircea non muore.
Quando al pubblico giova,
è consiglio prudente
la perdita d’un solo, anche innocente.
Se tronca un ramo, un fiore
l’agricoltor cosí,
vuol che la pianta un dí
cresca piú bella.
Tutta sarebbe errore
lasciarla inaridir,
per troppo custodir
parte di quella. (parte)
SCENA IV
Portici.
Matusio e Timante.
Timante. Sí, caro amico, è nella fuga. Invece
di placarsi a’ miei prieghi,
il re piú s’irritò. Fuggir conviene,
e fuggire a momenti. Un agil legno
sollecito provvedi; in quello aduna
quanto potrai di prezioso e caro;
e dove fra gli scogli
alla destra del porto il mar s’interna,
m’attendi ascoso: io con Dircea fra poco
a te verrò.
Matusio. Ma de’ custodi suoi...
Timante. Deluderò la cura. Ignota via
v’è chi m’apre all’albergo, ov’ella è chiusa.
Va’, ché il tempo è infedele a chi ne abusa.