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130 | xii - demofoonte |
SCENA X
Adrasto e poi Matusio, indi Dircea con Olinto, e detti.
ti ricerca, o Timante. Or con Matusio
dal domestico tempio uscir lo vidi.
Ambo son lieti in volto,
né chiedon che di te.
Timante. Fuggasi: io temo
troppo rincontro del paterno ciglio.
Matusio. Figlio mio! caro figlio! (abbracciandolo)
Timante. A me tal nome!
come? perché?
Matusio. Perché mio figlio sei,
perché son padre tuo.
Timante. Tu sogni... Oh stelle!
torna Dircea!
Dircea. No, non fuggirmi, o sposo;
tua germana io non son.
Timante. Voi m’ingannate
per rimettere in calma il mio pensiero.
SCENA XI
Demofoonte con séguito, e detti.
Timante. Se mi tradiste adesso,
sarebbe crudeltá.
Demofoonte. Ti rassicura;
no, mio figlio non sei. Tu con Dircea
fosti cambiato in fasce. Ella è mia prole,
tu di Matusio. Alla di lui consorte