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132 xii - demofoonte


SCENA ULTIMA

Creusa e detti.

Creusa. Signor, veraci sono

le felici novelle, onde la reggia
tutta si riempí?
Demofoonte.   Sí, principessa,
ecco lo sposo tuo. L’erede, il figlio
io ti promisi; ed in Cherinto io t’offro
ed il figlio e l’erede.
Cherinto.   Il cambio forse
spiace a Creusa.
Creusa.   A quel, che il ciel destina,
invan farei riparo.
Cherinto. Ancora non vuoi dir ch’io ti son caro?
Creusa. L’opra stessa il dirá.
Timante.   Dunque son io
quell’innocente usurpator, di cui
l’oracolo parlò?
Demofoonte.   Sí. Vedi come
ogni nube sparí. Libero è il regno
dall’annuo sacrificio. Al vero erede
la corona ritorna. Io le promesse
mantengo al re di Frigia,
senza usar crudeltá. Cherinto acquista
la sua Creusa; ella uno scettro. Abbracci
sicuro tu la tua Dircea. Non resta
una cagion di duolo;
e scioglie tanti nodi un foglio solo.
Timante. Oh cavo foglio! oh me felice! Oh numi!
da qual orrido peso
mi sento alleggerir! Figlio, consorte,
tornate a questo sen: posso abbracciarvi
senza tremar.